Attenzione, si avvisa che il video contiene immagini chirurgiche.
1. CHE COS’È L’INSTABILITÀ DI SPALLA?
L’articolazione gleno-omerale (spalla) è l’articolazione con il range più ampio di mobilità del corpo umano, la sua stabilità è garantita sia da strutture di sostegno (capsula articolare, cercine glenoideo, etc.) sia da una “stabilità dinamica” data dalla contrazione attiva della muscolatura.
L’instabilità gleno-omerale è il risultato di un’inadeguatezza degli stabilizzatori statici e dinamici della spalla in seguito alla quale si può verificare uno o plurimi episodi di lussazione (perdita definitiva dei rapporti articolari tra testa dell’omero e glena).
Il capitolo delle instabilità di spalla è molto complesso e le classificazioni proposte vengono basate su: grado di instabilità, direzione, frequenza e cause dell’instabilità stessa. La tipologia di instabilità più frequentemente riscontrata è l’instabilità anteriore postraumatica.
È molto importante arrivare ad una diagnosi il più accurata possibile, distinguendo una instabilità vera da una spalla “Lassa” che non necessariamente è un spalla instabile o sintomatica.
2. QUALI SINTOMI PROVOCA L’INSTABILITÀ DI SPALLA
Le conseguenze di questa patologia sono:
3. COME VIENE DIAGNOSTICATA UNA INSTABILITÀ DI SPALLA
Il processo diagnostico che porta alla diagnosi di instabilità si spalla nasce:
Nello specifico, gli esami radiologici che ci consentono un più accurato studio delle strutture articolari nell’ipotesi di instabilità di spalla sono la RMN o la artro-RMN.
4. QUALI SONO I VANTAGGI LEGATI ALL’ESECUZIONE DI INTERVENTO ARTROSCOPICO PER CORREGGERE UNA INSTABILITÀ RISPETTO ALL’INTERVENTO A CIELO APERTO
Oggi l’intervento chirurgico viene eseguito in artroscopia con indubbi vantaggi:
5. CHE TIPO DI INTERVENTO VERRÀ ESEGUITO E CHE TIPO DI ANESTESIA VERRÀ PRATICATA
Il trattamento artroscopico di questa patologia è volto al ripristino della normale stabilità dell’articolazione gleno omerale ed alla riparazione di eventuali danni anatomici associati (cuffia dei rotatori, disinserzioni del cercine, etc…) con eliminazione del dolore e ripristino della funzionalità della spalla.
L’intervento chirurgico viene eseguito in artroscopia e consente di:
L’anestesia praticata per questo tipo di intervento è un blocco periferico (interscalenico), che interessa cioè solo l’arto da operare.
6. COME SARA’ IL DECORSO POSTOPERATORIO
Subito dopo l’intervento viene posizionato un tutore (Ultrasling) per mantenere nella posizione ottimale la spalla operata e consentire in un secondo tempo un più rapido recupero funzionale.
La dimissione avviene il giorno successivo l’intervento, i punti di sutura vengono rimossi dopo circa 8/10 giorni.
Il programma riabilitativo inizia alla rimozione del tutore dopo 25-30 giorni ed è di fondamentale importanza nella chirurgia della spalla.
Si articola in varie fasi che dipendono dal tipo di intervento praticato e da una serie di parametri (età - occupazione – attività sportiva) che regolano la progressione della riabilitazione.
7. ESISTONO ALTERNATIVE AL TRATTAMENTO CHIRURGICO?
Le terapie conservative (mediche – fisiche) vanno ad agire sugli effetti della patologia (dolore – limitazione funzionale) e non sulla causa (alterazione anatomica) portando a risultati parziali ed assolutamente transitori, inoltre ripetuti episodi di lussazione possono portare alla formazione di difetti ossei omerali e glenoidei che rappresentano una controindicazione al trattamento in artroscopia con la necessità di interventi chirurgici di stabilizzazione a cielo aperto (Tecnica di Latarjet)
Per ulteriori approfondimenti: Studio Camos Castellanza - Varese, Meditel Saronno - Varese, Columbus - Milano , Istituto Clinico Villa Aprica - Como, MedCross Lipomo - Como, Medeor Cavallasca - Como - Centro Diagnostico Comense CDC -Como.
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LESIONE CAPSULO LEGAMENTOSA (LES. BANKART) E ACCESSI ARTROSCOPICI